Marxismo

Il libro di Paul Le Blanc (2016) ‘Da Marx a Gramsci: un lettore nella rivoluzionaria politica Marxista’.

Sintesi, parte 1

Cos’è il Marxismo?

Il Marxismo è un modo di pensare sviluppato dai tedeschi Karl Marx e Friedrich Engels. Loro erano profondamente formati dal radicalismo della classe operaia del Regno Unito, Francia, e Germania all’inizio della Rivoluzione Industriale. 

Anche se entrambi venivano da sfondi relativamente privilegiati, Marx e Engels avevano visto la miseria che li circondava (e.g. la maggioranza della classe lavoratrice che soffriva per produrre ricchezza per una minoranza) e avevano identificato le sue cause essere integranti dell'ordinamento sociale della società capitalista. 

Avevano anche anticipato e pianificato una rivoluzione per il proletariato basata sulla comprensione del capitalismo, che vedrebbe la classe lavoratrice riunirsi per formare una società libera, radicale e democratica.

Prima di sistemare questi concetti fondamentali del Marxismo (ossia il capitalismo e la classe operaia), analizziamo per prima cosa come pensano i Marxisti.

Come pensano i Marxisti?

I Marxisti hanno un approccio alla realtà che è (1) dialettico, (2) materialistico e (3) umanistico. Dicendo che la loro visione è dialettica intendiamo che vedono la realtà come complessa, in continua evoluzione e dipendente dal contesto.

Dicendo che la loro visione è materialistica intendiamo che è basata su strutture e dinamiche. Le cose che non possiamo spiegare non sono un risultato di qualcosa di soprannaturale. La loro visione è umanistica poiché danno valore alla qualità di vita umana e credono che l'autodeterminazione, la libertà, il lavoro creativo, e la comunità, tra varie cose, siano essenziali per l’esperienza umana.

I Marxisti hanno anche la teoria della storia che vede l’evoluzione umana in fasi. Come la società esiste oggi (e.g. la nostra società capitalista) non è com’era duecento anni fa’, prima della Rivoluzione Industriale.

Inoltre, i Marxisti pongono enfasi nel modo in cui gli sviluppi tecnologici e l’evoluzione della produttività influenzano le fasi dello sviluppo della società. I Marxisti ritengono anche che le analisi della storia debbano integrare economia, scienze politiche, sociologia e antropologia per concentrarsi sulle attività delle persone, le relazioni e le strutture sociali. I Marxisti vedono la lotta della classe centrale per l’analisi della storia.

I Marxisti hanno, inoltre, uno specifico approccio nell'analizzare il capitalismo. Come verrà seguentemente elaborato, il capitalismo è un'economia dove le cose sono possedute privatamente. I proprietari della produzione (capitalisti) fanno soldi traendo profitto dai loro prodotti.

Al contrario, la classe operaia fa’ soldi vendendo il proprio lavoro ai capitalisti. Evolvendosi il capitalismo, i Marxisti credono che toccherà tutti gli elementi della vita sociale e tutti gli angoli del globo. I Marxisti ritengono anche che le contraddizioni che crea il capitalismo (che verranno elaborate dopo) porteranno a depressioni economiche e problemi sociali che possono essere risolti solo da rivoluzioni socialiste. In breve, l’avanzato sviluppo del capitalismo è un prerequisito per la rivoluzione socialista.

Detto questo, i Marxisti capiscono che una rivoluzione socialista, anche se necessaria, non è inevitabile o automatica. Invece, una rivoluzione socialista è un impegno continuo della classe lavoratrice, fondato sul programma politico dei Marxisti per la classe operaia. 

In questo programma politico, la classe lavoratrice può essere emancipata attraverso una condivisa coscienza di classe, il lavoro dei sindacati e di un partito politico indipendente, e, necessariamente, una lotta per la democrazia. Vale la pena, sotto il punto di vista di Le Blanc, di lottare per la democrazia ma non potrà mai essere realizzata sotto il capitalismo, perciò la lotta per la democrazia è una lotta contro il capitalismo.

Infine, i Marxisti hanno una visione per una rivoluzione sociale che creerà una nuova società. In questa nuova società, l’economia è proprietà sociale, il governo è controllato democraticamente e viene utilizzato per soddisfare le esigenze di tutti.

Ora che abbiamo capito come pensano i Marxisti, possiamo analizzare come i Marxisti concettualizzano la classe lavoratrice e come vedono il capitalismo.

Come vedono il capitalismo i Marxisti?

Come precedentemente menzionato, il capitalismo è un sistema economico dove i mezzi di produzione (cioè gli input fisici e non-finanziari che creano i prodotti) sono privatamente controllati da un capitalista, che dipende dalla manodopera della classe operaia. In questo sistema, la classe lavoratrice sopravvive producendo denaro e profitto per i capitalisti.

Nel Marxismo, i termini ‘classe operaia’ e ‘proletariato’ vengono utilizzati come sinonimi, come i termini ‘classe capitalista’ e ‘borghesia’. I Marxisti vedono il capitalismo come uno dei vari ordini sociali nella società umana.

Precedenti ordini sociali includono il comunismo primitivo, la schiavitù, il feudalesimo, il capitalismo e (eventualmente) il socialismo- più a riguardo dopo. I Marxisti individuano, inoltre, la Rivoluzione Industriale come punto critico che ha accelerato lo sviluppo del capitalismo.

Ma come funziona il capitalismo? Due concetti principali per capire qui sono il processo di accumulazione e l’espansione. I Capitalisti fanno soldi combinando prodotti che verranno venduti ad un prezzo più alto (anche chiamato plusvalore/ valore aggiunto), che i capitalisti ri-investono nella loro attività e espandono gli sforzi produttivi.

Questo processo dove i capitalisti fanno i loro soldi è chiamato processo di accumulazione. Durante il processo di accumulazione, il capitale assume forme differenti: Capitale (cioè soldi, tecnologia, o manodopera)  è usato per produrre capitale (e.g. i prodotti o merci che sono vendute) per essere venduto per più capitale. Come risultato, il capitale è in auto-espansione.  

Le dinamiche di accumulazione ed espansione creano un problema tra il capitalista e il dipendente, poiché il capitalista vorrà tagliare i costi dei salari dei dipendenti per ottenere un profitto maggiore. Questo, in cambio, deteriora il prezzo della manodopera e potrebbe portare a resistenza.

Con lo sviluppo del capitalismo, Marx e Engels sostengono che la popolazione attraverserà una proletarizzazione. Nella proletarizzazione, le classi verranno eliminate, la classe lavoratrice si espanderà, affronterà insicurezza sia da dentro che da fuori della forza-lavoro, e la classe capitalista eserciterà progressivamente più controllo autoritario sulla manodopera.

 

Altri problemi in questi processi di accumulazione ed espansione includono...

  • La tendenza dei capitalisti a produrre in eccesso;

  • Tagliare i costi della manodopera utilizzando investimenti tecnologici che porteranno ad un calo di rendimento del prodotto;  e

  • Accumulazione ed espansione che porterà inevitabilmente ad una crisi capitalista. Questa crisi capitalista non sarà un fallimento del capitalismo, ma più che altro un risultato inevitabile di quest’ultimo. 

 

Visto che i capitalisti sono incentrati sull’espansione, l’imperialismo poi arriva in equazione. L’imperialismo è il processo in cui un paese ottiene controllo politico o economico sopra l’altro, spesso attraverso la forza.

Alcuni Marxisti come Rosa Luxemburg pensano che l’imperialismo è una delle fasi più alte del capitalismo e un risultato del bisogno continuo del capitalismo di espandersi. Quando i capitalisti terminano tutte le opzioni del loro paese iniziale, cercheranno manodopera più economica e/o regolazioni più rilassate da qualche altra parte.

Altri Marxisti, però, non concordano. Per esempio, Karl Kautsky vedeva l’imperialismo come uno strumento per il capitalismo più che il capitalismo alla sua forma più alta, e Vladimir Lenin vedeva la monopolizzazione la forma più alta del capitalismo. La monopolizzazione è il processo in cui un'organizzazione ha controllo completo su un servizio o prodotto che forniscono. (nota di Radical In Progress: Per esempio, Google potrebbe avere monopolio su motori di ricerca online). 

Tradizionalmente, i Marxisti mantengono una vista “lineare” del mondo, implicando che tutta la società umana si debba muovere attraverso la fase del capitalismo per arrivare al socialismo. Ma, i Marxisti come Leon Trotsky sfidano questa idea.

Trotsky sviluppò la legge dello sviluppo ineguale e combinato, che spiegava che il capitalismo non si è sviluppato alla pari attorno al mondo. Questa legge emerse con il dibattito sull’America Latina durante gli anni 1960 e 1970.

Durante questo periodo di tempo, la gente si chiedeva il perché la borghesia fosse così sottosviluppata in America Latina. Per i paesi con una debole borghesia, i Marxisti come Trotsky e Michael Löwy credono che un insieme di operazioni democratiche possano portare al socialismo.

Queste operazioni, articolati da Löwy, includono una rivoluzione agraria democratica, liberazione nazionale, e lo stabilimento di libertà democratiche e una repubblica democratica. Quando le persone povere nei paesi con un'economia capitalista meno avanzata ottengono potere, Trotsky crede, che il governo proletario dovrà prendere parte nell’economia globale controllata da paesi capitalisti più avanzati.

Ciò intrappolerà il governo proletario in paesi ‘sottosviluppati’ nel collaborare con il capitalismo su una scala internazionale. Da questa contraddizione, Marxisti come Trotsky credono che il successo del proletariato globale dipenda dal successo del proletariato in paesi con sistemi capitalisti avanzati.

Come concettualizzano la classe operaia i Marxisti?

I Marxisti mettono molto potere e speranza nella classe operaia, ma cos'è esattamente la classe operaia o lavoratrice? La classe lavoratrice è definita come:

“Lavoratori dal colletto blu e colletto bianco (industriale e di servizio) con varie competenze e livelli di reddito, più i membri della famiglia che dipendono dal salario di questi impiegati, più i lavoratori disoccupati e le loro famiglie” (pag. 130).

Per far si che la classe operaia avvii con successo la rivoluzione del proletariato, ci deve essere una coscienza di classe comune. Questa coscienza di classe è il pensiero comune della classe lavoratrice di essere membri della classe lavoratrice, i loro interessi sono contrapposti agli interessi dei capitalisti, la classe operaia deve avere solidarietà con tutti i membri di questa, e si deve ribellare per potere politico che porterebbe alla trasformazione socialista della società. 

Di più sulla classe operaia e la coscienza di classe dopo.


Fonte

Le Blanc, Paul. Da Marx a Gramsci: un lettore nella politica marxista rivoluzionaria. Haymarket Books, 2016.

Sostieni l'autore