Ecosocialismo

(Socialismo 102)

Una guida studio sul libro del 2015 di Michael Löwy ‘Ecosocialismo: un’alternativa radicale per la catastrofe capitalista’

Sintesi, parte 2

Capitolo Uno: Cos’è l’Ecosocialismo?

L’ecosocialismo vede la ricerca capitalistica del profitto e l’industrializzazione di massa come cose che ci porteranno ad “un disastro economico di proporzioni inestimabili” (pag. 2). L’ecosocialismo fa appello ai valori qualitativi del socialismo (come la soddisfazione di necessità, eguaglianza sociale) e i valori quantitativi dell’ecologia (come la protezione della natura, equilibrio ecologico). L’ecosocialismo vuole incorporare l’economia nell’ambiente.

L’ecosocialismo prende i principi fondamentali del Marxismo, ma senza gli elementi produttivisti. (L’elemento produttivista in questione è l’idea che la produzione sia, comunque, il principale parametro di progresso).

Invece, l’ecosocialismo si concentra su come l’economia è compatibile con la necessità di salvaguardare l’ambiente naturale.

L’ecosocialismo aspira a creare “una razionale società ecologica fondata sul controllo democratico, eguaglianza sociale, e la predominanza del valore d’uso” (pag.7). In questa società, ci saranno proprietà collettive degli strumenti di produzione, un’organizzazione democratica dove la società prende decisioni riguardo agli investimenti e alla produzione, e una nuova struttura delle forze produttive. 

L’ecosocialismo si ferma su due argomenti essenziali. Per primo, “l’attuale modalità di produzione e consumazione di paesi capitalisti avanzati… non può essere estesa in alcun modo a tutto il pianeta senza una grande crisi ecologica “ (pag.7). Secondariamente, “il proseguimento del ‘progresso’ capitalista… minaccia direttamente… la sopravvivenza delle specie umane” (pag. 8).

L’ecosocialismo, inoltre, resiste al feticismo delle merci e all’automazione reificata, e vuole vedere la realizzazione dell’economia morale (cioè, un’economia fondata su criteri non monetari e di economia supplementare).

L’ecosocialismo non è solo preoccupato delle modalità di produzione, ma anche della consumazione. Anche se l’atto di consumazione non è male, il tipo dominante di consumazione è spregiudicato, dispendioso, e ossessionato dall’accumulazione. 

Una transizione economica al socialismo includerebbe una progettazione democratica che definirebbe...

  • Quali prodotti sarebbero sovvenzionati;

  • Quali opzioni di energia verrebbero utilizzate;

  • Come riorganizzare il sistema di trasporto; e

  • Come riparare il danno ecologico.

L’ecosocialismo sembra quasi un’utopia rivoluzionaria, ma ciò non significa che gli ecosocialisti dovrebbero trattenersi dal cercare di fare qualcosa di concreto ora. “Abbiamo bisogno di vincere il tempo” partendo dalle esigenze immediate che includono (pag. 11)...

  • Trasporti pubblici gratis;

  • Rifiutare un sistema di debito e programmi di adeguamento strutturale estremi neoliberali;

  • La difesa della sanità pubblica; e

  • Richiedere meno ore di lavoro per affrontare la disoccupazione (meno ore per persona significa che servono più persone per quel lavoro) e “creare una società che privilegia il tempo libero all’accumulazione di prodotti” (pag. 12).

Non possiamo lasciare questo problema ai paesi più ricchi. I capitalisti come l’ex presidente dell’Università di Harvard, Lawrence Summers, dicono che è economicamente saggio portare l’inquinamento ai paesi “meno sviluppati”. Fortunatamente, l’ecologia politica radicale sta diventando più importante per i movimenti di globalizzazione anticapitalisti neoliberali.


Capitolo Due: L’ecosocialismo e la Progettazione Democratica

Oltre a quello che è stato definito nel capitolo precedente come ecosocialismo, Löwy includerebbe che l’ecosocialismo richiede anche: (1) proprietà collettive degli strumenti di produzione, (2) progettazione democratica, e (3) una nuova struttura tecnologica delle forze produttive.

Il socialismo mira a creare una società dove non dedichiamo le nostre vite a produrre merci, ma invece dedicarle a sviluppare il nostro potenziale.

L’ecosocialismo deve essere ispirato agli scritti di Karl Marx della Comune di Parigi: l'obiettivo per il proletariato non può essere di possedere l’apparato statale capitalista.

Invece, loro devono demolirlo e rivoluzionare l’apparato produttivo attraverso una trasformazione radicale.

Questa trasformazione radicale arriverà dalla “progettazione democratica dell’economia che considera la preservazione dell’equilibrio ecologico” (pag. 23). Ciò può essere attuato in modi come rivoluzionare il sistema di energia e interrompere le branche di produzione individuali (come le pianti nucleari, pesca di massa).

Le discussioni a riguardo della progettazione democratica si centrano spesso attorno alla dicotomia “centralizzata” contro la “decentralizzata”, ma la preoccupazione principale dell’ecosocialismo è “il controllo democratico del piano a tutti i livelli: locale, regionale, nazionale, continentale, e, si spera, internazionale” (pag. 27).

Una delle preoccupazioni è che una fabbrica democraticamente posseduta ed operata potrebbe decidere democraticamente di inquinare un fiume. La speranza è che in un mondo ecosocialista, i lavoratori della fabbrica dessero la priorità all’impatto ecologico delle loro decisioni così che prendano la giusta decisione.

La progettazione democratica può sembrare, all'inizio, come una democrazia rappresentativa, ma non sarà completata fino a quando non avverrà uno spostamento verso la democrazia diretta- una democrazia dove le persone votano direttamente sulle problematiche, in opposizione al votare per rappresentanti che prendono decisioni per conto loro.

Ci sono alternative alla progettazione democratica dell’ecosocialismo, tra cui ‘l’economia partecipativa’ e il movimento di decrescita di Michael Albert.

L’alternativa di Albert, tuttavia, si concentra sulla progettazione di rifornimento ed esigenze, lasciando stare gli obiettivi ecosocialisti. La decrescita è troppo concentrata sulla limitazione della consumazione attraverso un taglio di spese energetiche e rinuncia alle case di famiglia, e, perciò, operando con una concezione quantitativa di crescita invece che qualitativa.

Con difetti in entrambi le alternative, questo ci lascia con una trasformazione qualitativa di sviluppo ecosocialista, che può solo arrivare attraverso la progettazione democratica.

Tale spostamento si concentra su (1) porre fine allo spreco su larga scala e alla produzione di prodotti inutili del capitalismo, (2) orientare la produzione verso realizzare prodotti che soddisfano delle necessità (come l’acqua, il cibo, i vestiti, la casa, la sanità, l’educazione, trasporti, cultura), e (3) riconoscere che il sud globale non ci può arrivare senza aiuto tecnico ed economico da parte del nord.

Mentre questo mondo potrebbe essere un’utopia, cos’è un movimento sociale senza una visione utopica? Sognare questa utopia non significa non lottare per riforme concrete ed urgenti. Marx stesso scrisse del programma di trasformazione dove “ogni piccola vittoria, ogni piccolo progresso, porta ad un obiettivo più radicale” (pag. 37).


Fonte

Löwy, Michael. Ecosocialismo: un'alternativa radicale alla catastrofe capitalista. Haymarket Books, 2015.

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